PNRR. Facciamo chiarezza
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il piano approvato nel 2021 dall'Italia per rilanciarne l'economia dopo la pandemia di covid-19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese.
Il PNRR fa parte del programma dell'Unione europea noto come "Next Generation EU", un fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa europea (appunto chiamato "fondo per la ripresa" o recovery fund). All'Italia sono stati assegnati 191,5 miliardi.
La parte molto interessante di tutto ciò non è solo il piano in sé, ma il fatto che ben 70 miliardi di questi fondi sono a fondo perduto. Non dovendo quindi restituire questa fetta l'Italia si impegnerà a restituire all'Europa solo i restanti 121,5 miliardi in finanziamenti.
Ma andiamo a vedere più nel dettaglio come funziona, e soprattutto a quale stadio di avanzamento ci troviamo in questo momento.
Dal 2012 ad oggi abbiamo registrato un forte calo dell'imprenditoria (soprattutto giovanile) in Italia, stimato tra il 18% e il 22%, e soprattutto accentuato dalla pandemia e dalle guerre degli ultimi anni.
Il governo si è quindi impegnato a pubblicare 334 bandi o avvisi per un totale di 94,7 miliardi, fra appalti pubblici, individuazione di proposte progettuali, selezione di esperti e contributi e crediti di imposta: un’imponente macchina necessaria per avviare gli investimenti. Questi fondi saranno prelevati proprio dal PNRR, il quale a questo punto si dimostra fondamentale per la ripresa economica del nostro paese.
Ovviamente per far arrivare i fondi dall'Europa serve presentare un piano di utilizzo, e per questo le tempistiche non sono brevi. I nostro governo deve infatti preparare per ogni bando una relazione tecnica nella quale vengono illustrate tutte le virgole di come verranno impiegati i fondi necessari al raggiungimento degli obiettivi.
Per questo il Presidente del Consiglio (ad oggi ancora Mario Draghi) nella relazione sul Pnrr inviata al Parlamento scrive:
"I risultati conseguiti sono significativi, con il conseguimento di tutti gli obiettivi del primo semestre l'Italia presto potrà ricevere 21 miliardi di euro. Entro il secondo semestre 2022 dovranno essere realizzati 55 risultati (39 traguardi e 16 obiettivi), ai quali è collegata una rata di 21,8 miliardi di euro, di cui una parte è stata già data come prefinanziamento."
Quindi dei 191,5 miliardi assegnati all’Italia circa 21 saranno effettivamente spesi entro la fine di quest’anno (rispetto ai 29,4 miliardi previsti dal DEF 2022).
Quindi siamo in ritardo? Sì, ma la cifra non incide significativamente sull'avanzamento generale.
Restano dunque da spendere circa 170 miliardi nei prossimi tre anni e mezzo, un volume di risorse ancora molto imponente. Il ministro attribuisce le cause del ritardo a un avvio più lento di alcuni progetti ma soprattutto all'impennata dei costi delle opere pubbliche.
L’accelerazione prevista per il prossimo anno (2023) dovrebbe portare altri 40,9 miliardi di fondi nelle casse italiane.
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