Sprofonda Netflix: dopo Facebook il crollo dei giganti in borsa continua
Dopo il pessimo inizio 2022 di Facebook ora segue a ruota anche un altro colosso delle borse mondiali: ora è il turno di Netfilx.
Nella giornata del 20 aprile 2022 il gigante dello streaming ha visto il 35% del valore delle sue azioni sfumare in poche ore: per la prima volta il valore dell'azienda è sceso nuovamente sotto quota 100 miliardi.
Tutto ciò è dovuto alla pubblicazione degli iscritti al servizio avvenuta nella giornata in questione. Dai dati è emerso un calo di 200.000 abbonati rispetto all’ultimo trimestre del 2021, quando invece la società puntava ad aumentarli di 2,5 milioni.
Spaventa anche una previsione azzardata dai rumors di un ulteriore calo di 2 milioni di abbonati per il trimestre in corso.
Ad avere influito negativamente è stato il dato della Russia, paese da cui Netflix è uscito a seguito della guerra in Ucraina e dove vi erano 700.000 abbonati. Anche nelle due Americhe si è registrato un calo di 1 milione di abbonati. Pertanto, i nuovi sottoscrittori non sono riusciti più a compensare le cancellazioni.
La società condanna anche la condivisione delle password da parte degli abbonati con amici e parenti. In teoria, è possibile guardare i contenuti in streaming da più dispositivi, ma solo all’interno dello stesso nucleo familiare. In realtà, si stima che circa 100 milioni su 221,6 milioni di iscritti condividano la password con terzi.
La diretta conseguenza dei dati negativi e del crollo in borsa è stata che il fondo Pershing Square di Bill Ackman ha liquidato ieri l’intera partecipazione in Netflix da 1,1 miliardi di dollari, comunicando di avere riportando perdite per 430 milioni a seguito del crollo azionario.
Le soluzioni? Oltre ad aumentare gli sforzi per ridurre la condivisione dell'abbonamento si è parlato per la prima volta dalla sua apertura di un abbonamento specifico dove introdurre la pubblicità. In pratica o fai il bravo e non condividi o vieni riempito di sponsorizzazioni.
Ma le vere cause preoccupanti non sono quelle dichiarate e prese in oggetto qui sopra: la verità è che dopo il boom avuto nella pandemia di Covid negli anni 2020 e 2021 ora Netflix si trova alle prese con un calo fisiologico degli iscritti, che hanno ripreso o stanno riprendendo la loro normale vita all'aperto fatta anche di svago e lavoro.
E la crisi? Non vogliamo parlare dell'aumento dei prezzi degli ultimi mesi, dovuto alla guerra in Ucraina e alle bollette raddoppiate che ne sono derivate? Molte famiglie italiane, o europee si può dire, si trovano a dover scegliere se fare il pieno all'auto o andare a cena fuori. In quest'ottica, pur illegale o non etico che dir si voglia, il film in streaming lo si guarda da siti che di certo sono meno affidabili, ma anche gratuiti.
Infine ricordiamo sempre che il mercato è in continua evoluzione: se è vero che fino a poco tempo fa non si poteva nemmeno immaginare ad un rivale di Facebook, ed oggi siamo alle prese con TikTok, potrebbe accadere lo stesso anche con Netflix.
Anche perchè non possiamo dire di certo che la concorrenza nel settore dello streaming sia scarsa. Basti pensare a Prime Video, Disney Plus, Discovery, etc.
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